Risotto vegano alla ortolana. Negli anni si è molto diffusa la cucina vegana e questa ricetta offre la possibilità di preparare un ottimo risotto che ne rispetta i precetti.
Con questa ricetta partecipo al Clan del risotto del venerdì – Risotto vegano
Anche questo risotto fa parte di quelli che ho preparato e preparerò per il Clan del risotto del venerdì. Clan ideato dall’amica Cristina Galliti amministratrice del blog Poveri ma belli e buoni alla fine di febbraio 2021.
All’inizio ho postato dei risotti che avevo pubblicato nel vecchio blog perché questo era in fase di preparazione.
Da quando ho aperto Cocogianni questo è il terzo risotto; il primo è stato il risotto alle fragole vintage e poi il risotto alla carbonara.
I risotti che vengono preparati per il Clan del venerdì fanno riferimento ad un tema proposto da Cristina e, per questa settimana, il tema è “facciamolo vegano”.
Qualche anno fa, gestivo una Club House di un centro tennis e, da un socio, mi fu richiesto di preparare un pranzo vegano per una trentina di persone. Non l’avevo mai fatto e fu una bellissima esperienza apprezzata dai commensali.
Premesso questo: sia chiaro: non amo la cucina vegana.
Anzi no. Non amo i vegani perché non sopporto chi, per giustificare la scelta di mangiare vegano, sostenga teorie che sono parzialmente vere se isolate dal contesto generale ma che, sotto una visione complessiva, si rivelano fallaci.
Per non parlare poi di utilizzare termini culinari fatti solo per coprire la vera essenza del prodotto che vai a consumare. Un esempio? Cotoletta alla milanese vegana; il tofu non potrà mai essere una cotoletta. E che dire del latte di soia che è tutto forché latte. Mi fa ricordare le macchinette distributrici di caffè e simili che si trovano in punti di pseudo ristoro e che alla voce latte riportano “bevanda bianca al sapore di latte“. Ma che cos’è?
Per fortuna, in alcuni casi, la Comunità Europea è intervenuta ed ora non sentiamo più una nota pubblicità chiamare i suoi prodotti latte.
I vegani non accettano l’utilizzo di alcun alimento di origine animale facendo leva su temi, alcuni in comune con i vegetariani quali l’enorme quantità di acqua che viene consumata per produrre 1 kg di carne, circa 15.000 litri, che presa fine a se stessa sembra davvero un’enormità.
Non viene però contestualizzato il dato.
Deve essere infatti valutata l’impronta idrica tenendo conto della localizzazione degli allevamenti di norma presenti in zone con alta concentrazione idrica e della sostenibilità ambientale. Non risulta infatti che le zone in cui sono presenti allevamenti intensivi ormai da anni ci siano tracce di desertificazione delle tali zone.
Nell’impronta idrica le acque vengono distinte in tre grandi gruppi:
Acqua blu: prelievo di acque dolci sia superficiali che sotterranee destinate ad un utilizzo per scopi agricoli, domestici e industriali che a valle del processo produttivo non tornano nel medesimo punto in cui sono state prelevate o vi tornano in tempi diversi. Se non venisse prelevata resterebbe disponibile per altri scopi.
Acqua verde: acqua piovana che non contribuisce al ruscellamento superficiale e si riferisce principalmente all’acqua evaporata o traspirata per un utilizzo agricolo. Quest’acqua presente nei foraggi e non ha altri particolari utilizzi diretti.
Acqua grigia: è l’acqua inquinata e necessaria per diluire gli inquinanti.
Nel calcolo dei 15.000 litri sono sommati i 3 tipi di acque che come detto hanno impatti diversi sull’ambiente.
Per un approfondimento vi consiglio di leggere questi articoli:
Quanta acqua per un chilo di carne bovina del Prof. Giovanni Ballarini.
No, non servono 15000 litri d’acqua per un chilo di carne bovina BioEcoGeo
Il tutto deve essere poi contestualizzato; se in una settimana mangio mezzo chilo di carne prendendo per buono il valore, sbagliato, di 15000 litri, avrò un consumo idrico di 7500 litri. Se nella stessa settimana mangio 2 avocado il consumo idrico è di 6000 litri. Avete letto bene.
Non per niente la coltivazione intensiva di avocado in Cile ha creato una grandissima crisi idrica per migliaia di persone. Avete mai sentito un vegano o un vegetariano dirvi questo?
E che dire della quinoa? Un cereale che non è un cereale a cui vengono attribuite proprietà eccezionali che sono vere ma non viene detto che contiene anche sostanze nocive per il nostro organismo e che queste sostanze possono essere assimilate meglio in abbinamento con la tanto vituperata carne.
Vogliamo poi dire dell’impatto che la coltivazione intensiva della quinoa, sta avendo nell’ambiente andino con inaridimento delle zone limitrofe, problemi all’allevamento di cameidi e al progressivo decremento dei condor. L’utilizzo di prodotti chimici non ha le restizioni previste dall’Europa e dall’Italia in particolare, per cui che garanzie abbiamo.
Naturalmente non ho mai sentito un vegano preoccuparsi dei lama, dell’alpaca o dei condor. Per un approfondimento leggete qui.
Io resto dell’idea che ognuno debba essere libero di scegliere quello che desidera mangiare senza per questo essere denigrato o messo al bando.
Volete mangiare vegano? Fatelo.
Volete mangiare vegetariano? Fatelo.
Ma non rompete le balle a chi, come me, non disdegna di mangiare anche carne o pesce.
Quindi con questa mia ricetta partecipo al Clan del risotto del venerdì – Risotto vegano
Preparazione
10 minuti
Categoria: Primi
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Cucina: Vegana
Cottura
20 minuti
Difficoltà: Facile
INGREDIENTI
(per 4 persone)
320 g di riso Carnaroli
2 carote
2 zucchine
Una manciata di fagiolini
2 cucchiai di mais dolce
Uno scalogno
1 patata piccola
Una spruzzata di vino bianco secco
1 l di brodo vegetale
Olio extra vergine d’oliva
Pepe qb
Sale qb
PREPARAZIONE
Mettere in una pentola 2 cucchiai di olio EVO con lo scalogno tritato e la patata grattugiata finemente e fate soffriggere dolcemente per non fare attaccare la patata.
Quando lo scalogno sarà trasparente aggiungere il riso e tostarlo bene.
Versare il vino bianco e lasciarlo evaporare bene mescolando di continuo quindi aggiungere un paio di mestolini e tenerlo bagnato.
Scottare i fagiolini in acqua bollente un paio di minuti quindi raffreddarli con acqua e ghiaccio,
Pulire e tagliare a dadini le carote e le zucchine e aggiungerle al riso.
Cinque minuti prima del termine della cottura del riso controllare e, se necessario, regolare di sale e pepe e aggiungere i fagiolini tagliati ed il mais.
A cottura raggiunta togliere il risotto dal fuoco, aggiungere dell’olio EVO e mantecarlo bene muovendolo rapidamente.
Versare il risotto al centro di un piatto piano servire caldo.
ANNOTAZIONE
Per la presentazione quando ho preparato carote e zucchine ho tagliato delle striscioline scottate nel brodo per una trentina di secondi che poi ho arrotolato su se stesse e inserite nel piatto.
Chiaramente ho utilizzato ingredienti che avevo in casa per cui potete utilizzare gli ortaggi che volete meglio se di stagione.
Avrei voluto mettere della curcuma per speziare e colorare il riso ma mia moglie non l’apprezza molto per cui ho evitato ma, secondo me, ci starebbe bene.
Ogni tanto faccio anch’io un risotto del venerdì e così ho visto questo. Oltre a concordare con il tuo discorso, aggiungerei che
1) le grandi quantità di cibi come avocado e banane utilizzate dai vegani o di quinta, supposta etica perché si aiuterebbe un paese povero a esportare (e quanto le esportazioni aiutino effettcontro la povertà ci sarebbe da discutere) e persino dietetica, aumentano i consumi di energia per il trasporto delle merci che son tutto fuorché sostenibili;
2) che il veganesimo spinge prodotti surrogati che sono tutto fuorché freschi e genuini, a partire dalla soia.
Se vuoi far il vegan, che appunto può essere anche divertente come scrivi tu fatto occasionalmente, la vera scommessa è farlo senza usare scorciatoie, accettando le inevitabili limitazioni, come questo fresco risotto fa. Con il risultato di scoprire, magari, che ciò che conta è l’assoluta freschezza e stagionalità degli ingredienti… nostrani